Limite all’uso del contante: un ritorno al passato?

Lotta all’evasione senza precedenti: il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 reintroduce il limite di 1.000 euro, già previsto dal Governo Monti, per l’utilizzo del contante. Si tratta di un ritorno al passato, ma graduale: infatti, il decreto prevede la riduzione immediata della soglia da 3.000 a 2.000 euro per i primi due anni; solo successivamente scatterà l’ulteriore riduzione a 1.000 euro. Nella fase di passaggio da 2.000 a 1.000 euro sarà più probabile commettere errori: a tal proposito, sarebbe stato forse opportuno prevedere un periodo di moratoria, con la mancata irrogazione delle sanzioni nell’ipotesi di eventuali errori.La Manovra economica 2020 segna un ritorno al passato, almeno per l’uso del contante.Sembra il titolo di un film, ma in realtà non lo è. Si tratta più semplicemente di alcune delle disposizioni che sono contenute nella legge di Bilancio 2020 o nel decreto fiscale collegato, che in passato sono state abrogate, ma che ora riprendono quota.

Il limite all’uso del contante

Il Governo Monti, tra i diversi provvedimenti finalizzati al contrasto all’evasione, intervenne sulle limitazioni all’uso del contante. La soglia all’epoca in vigore fu diminuita a 999,99 euro. Il legislatore modificò l’art. 49 del D.Lgs. n. 231/2007 vietando il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi, indipendentemente dalla causa, per importi pari o superiori a 1.000 euro.La limitazione riguardava ogni tipologia di trasferimento ed era indipendente sia dai soggetti interessati, ma anche dalla causa.

Ad esempioSe un genitore elargiva al figlio un importo superiore alla soglia, si considerava violato il limite previsto dalla normativa antiriciclaggio. Era così irrilevante sia il vincolo di parentela, ma anche la circostanza che si trattasse di una donazione. La violazione risultava così commessa sia dal soggetto che effettuava il trasferimento di denaro, ma anche dal beneficiario, quindi dal figlio.

La riduzione del limite fu aspramente criticata, il legislatore venne accusato di aver messo in piedi un “grande fratello” fiscale.Il successivo Governo Renzi ha nuovamente elevato il limite a 3.000 euro, nel presupposto che la maggior parte dei Paesi europei aveva stabilito soglie più elevate rispetto a quella del nostro Paese.Ora, invece, il Governo attualmente in carica si prefigge di ingaggiare una lotta all’evasione senza precedenti. Per tale ragione, oltre alle misure che intendono riconoscere ai contribuenti nuove detrazioni (per il pagamento dell’idraulico o del parrucchiere) laddove i pagamenti siano effettuati con carta di credito o bancomat, è stato nuovamente ridotto il limite dell’uso del contante.

La riduzione graduale

Il legislatore prevede la riduzione, sia pure con decorrenza dal 1° luglio 2020, della soglia di 3.000 euro a 2.000 euro per i primi due anni.Successivamente scatterà una ulteriore riduzione a 1.000 euro.Non si comprende per quale ragione la diminuzione della soglia sia graduale.Si potrebbe obiettare che il punto di arrivo a 1.000 euro sia necessario per fare abituare gradatamente gli italiani ad utilizzare sempre meno contanti. Tuttavia, l’argomentazione non convince e probabilmente la scelta maturata è fortemente influenzata da fattori politici.La maggioranza è divisa sull’intervento in rassegna. La riduzione a 2.000 euro sembra essere un compromesso per convincere quanti si sono mostrati scettici a proposito dell’intervento in rassegna. La riduzione graduale prima a 2.000 euro e dopo a 1.000 euro, sembra essere più una complicazione che non una decisione assunta nell’interesse dei cittadini.La riduzione a 2.000 euro troverà applicazione “differita”, dal 1° luglio 2020, e non più, come previsto originariamente, appena il decreto fiscale sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.Invece, affinché scatti l’ulteriore riduzione sarà necessario attendere il decorso di due anni, sempre decorrenti dal 1° luglio 2020.Di fronte a questo modo di legiferare i cittadini restano a dir poco disorientati. Soprattutto nella fase di passaggio da 2.000 a 1.000 euro sarà più agevole commettere errori. Il decreto avrebbe perlomeno dovuto prevedere un periodo di moratoria, cioè la mancata irrogazione delle sanzioni nell’ipotesi di eventuali errori.

FONTE: Ipsoa 19 Ottobre 2019