Si fa sempre più concreta la proroga – fino al 31 dicembre 2020 – di tutte le detrazioni fiscali riguardanti le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, per la realizzazione e la manutenzione straordinaria di giardini e per gli interventi relativi al risparmio energetico. La legge di Bilancio 2020 dovrebbe quindi confermare la misura della “detrazione rinforzata” pari al 50 per cento fino ad un tetto massimo di 96.000 euro.La Manovra economica 2020 prende forma. Tra le buone notizie si affaccia all’orizzonte ancora una volta la proroga della detrazione prevista per le spese relative al recupero del patrimonio edilizio e l’ecobonus. La proroga dovrebbe essere estesa anche all’acquisto dei mobili destinati ad arredo degli immobili oggetto di ristrutturazione.
La proroga delle detrazioni sugli immobili
Dopo le dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo economico dovrebbero essere prorogate fino al 31 dicembre 2020 tutte le detrazioni fiscali riguardanti le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio, l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, la realizzazione e la manutenzione straordinaria di giardini e gli interventi relativi al risparmio energetico.Se non fosse disposta la proroga, la misura della “detrazione rinforzata” pari al 50% fino ad un tetto massimo di 96.000 euro, tornerebbe ad essere quella ordinaria di cui all’art. 16-bis TUIR. In buona sostanza il beneficio fiscale diminuirebbe al 36% con un massimale di spesa di 48.000 euro.Sarà poi necessario verificare se il legislatore, nel prorogare il bonus mobili, individuerà una nuova data limite con riferimento agli immobili oggetto dell’intervento di recupero. Infatti, la detrazione dell’acquisto dei mobili può essere fatta valere esclusivamente se il contribuente è in grado altresì di fruire della detrazione per lavori effettuati su immobili ai sensi del citato art. 16-bis.
La riduzione del cuneo fiscale
Il Governo è sicuramente intenzionato a procedere con la riduzione del cuneo fiscale. È noto che il cuneo fiscale in Italia sia tra più rilevanti rispetto agli altri Paesi europei.Sul tavolo sono allo studio due possibili soluzioni. La prima riguarda l’introduzione di un credito d’imposta in grado di assorbire anche il bonus relativo agli 80 euro. Il beneficio dovrebbe avere quale effetto il riconoscimento di una maggiore somma di denaro in favore dei lavoratori, pari a circa 1.500 euro, da concedere nel mese di luglio.La seconda soluzione potrebbe consistere in un taglio “secco” dei contributi a carico dei lavoratori. In questo caso, a parità di costo per il datore di lavoro, il lavoratore beneficerebbe di un netto spendibile in busta paga maggiore.
Il nodo risorse
Il nodo, come sempre, è costituito dalle risorse.In pratica dovrà essere verificato se la riduzione del cuneo sia o meno selettiva, cioè riservata a specifiche categorie di lavoratori (i neoassunti, i più giovani, etc.).Diversamente, l’operazione rischia di essere eccessivamente costosa.In un’ottica di contenimento dei costi, il taglio del cuneo potrebbe essere spalmato in maniera crescente nell’arco di tre anni. Inoltre, potrebbero essere previste due diverse soglie con “vantaggi” differenziati. La prima fino a 26.000 euro, la seconda fino a 35.000 euro.Dovrebbe poi essere trovata una soluzione per gli incapienti, cioè di coloro che hanno un reddito fino a 8.000 euro e che attualmente non possono fruire del beneficio in quanto il reddito risulta completamente detassato. In questo caso, il vantaggio dovrebbe essere esteso a questa categoria di soggetti tramite il riconoscimento di un credito d’imposta.
FONTE: Ipsoa 05 Ottobre 2019