Quota 100: possibile conferma, con modifiche. Quali?

Quota 100 dovrebbe proseguire la sperimentazione fino a conclusione del triennio. La Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDef) 2019 riprende i contenuti del programma di Governo esplicitando la volontà di rinnovare opzione donna e l’APE sociale nonché di incrementare il Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo anche la pensione di garanzia per i giovani. Non vi è, invece, una manifesta declaratoria di intervento su quota 100 a cui si fa in ogni modo riferimento nel riquadro del documento dedicato alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano e delle spese pubbliche connesse all’invecchiamento che riprende le considerazioni espresse dalla Ragioneria generale dello Stato. In ogni modo si discute su un possibile correttivo: quale?La Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NaDef) 2019 approvata lo scorso 30 settembre dal Consiglio dei Ministri contiene, inter alia, alcuni propositi di intervento in ambito previdenziale. In particolare sono contenuti nella parte relativa alle principali iniziative che il Governo intende porre in essere per rispondere alle raccomandazioni al nostro Paese del Consiglio dell’Unione europea (che, giova ricordarlo, nel 2018 suggeriva di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica al fine di creare margini per altra spesa sociale e nel 2019 di attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica).Va sottolineato poi come, leggendo la NaDef, la materia previdenziale non è oggetto specifico di nessuno dei 23 decreti collegati per cui le eventuali misure potrebbero trovare sede direttamente nella legge di Bilancio 2020.

Obiettivi esplicitati nel NaDef

Più nello specifico, la Nota di Aggiornamento riprende i contenuti del programma di Governo esplicitando la volontà di rinnovare opzione donna e l’APEsociale nonché di incrementare il Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo la pensione di garanzia per i giovani.

Non vi è una manifesta declaratoria di intervento su quota 100 a cui si fa in ogni modo riferimento nel riquadro del documento dedicato alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano e delle spese pubbliche connesse all’invecchiamento che riprende le considerazioni già recentemente espresse dalla Ragioneria generale dello Stato.Viene sottolineato in particolare come rispetto alla legislazione immediatamente precedente, le misure contenute nel D.L. n. 4/2019 e nella legge di Bilancio per il 2019 (legge n. 145/2018) (il riferimento specifico è proprio a quota 100 e alla sterilizzazione fino al 2026 dell’adeguamento automatico alla speranza di vita del pensionamento anticipato) producono, nel periodo 2019-2036, un incremento di incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari in media a circa 0,2 punti annui, con profilo progressivamente decrescente a partire dai primi anni di previsione, ove è più concentrata la maggiore incidenza della spesa in rapporto al PIL.Di interesse è anche l’evidenza riportata sull’etàmedia al pensionamento per effetto del complessivo processo di riforma attuato a partire dal 2004 che, tenendo in considerazione sia l’età del pensionamento di vecchiaia che i requisiti per il pensionamento anticipato, aumenta da 60-61 durante il periodo 2006-2010 a circa 63 nel 2017, a 67 nel 2040 e poi a circa 68 nel 2050.

Impatti sul turnover generazionale

Nella NaDef vi è poi anche un cauto riferimento all’impatto fin qui prodotto da quota 100 sul turnover generazionale.Viene osservato come nella seconda parte del 2019 la dinamica del mercato del lavoro risente degli effetti ritardati della debole fase ciclica e di quelli, ridimensionati, delle adesioni al reddito di cittadinanza e a quota 100.In media d’anno, il numero degli occupati aumenta dello 0,5 per cento, accompagnato da una crescita marginale dell’offerta di lavoro; il tasso di disoccupazione si colloca al 10,1 per cento (10,6 nel 2018).Nel 2020 prosegue l’aumento delle ore lavorate per occupato poiché si ipotizza solo una parziale sostituzione degli aderenti a quota 100 adottando le stesse ipotesi metodologiche già adottate nel DEF.

Il futuro di quota 100

Stando alle dichiarazioni recenti del Ministro dell’Economia, quota 100 dovrebbe proseguire fino alla naturale scadenza della sperimentazione prevista per il 31 dicembre 2021. La ratio è quella di garantire in ambito previdenziale una stabilità normativa evitando una frequenza eccessiva di interventi.Al termine del triennio tale canale di pensionamento non dovrebbe essere rinnovato.L’impianto di quota 100 dovrebbe rimanere sostanzialmente immutato con i due requisiti minimi da raggiungere rappresentati dall’avere una età anagrafica non inferiore a 62 anni (non adeguato agli incrementi della speranza di vita) e un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni. Si prevede poi l’applicazione di una finestra mobile trimestrale per i dipendenti privati e gli autonomi e una finestra semestrale per i dipendenti pubblici.Va ancora ricordato come al canale di pensionamento con quota 100 non può accedere il personale appartenente alle Forze armate, il personale delle Forze di Polizia e di Polizia penitenziaria, il personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ed il personale della Guardia di finanza.Vi è in ogni modo un possibile correttivo, oggetto di approfondimento, che potrebbe essere introdotto. Nella disciplina di quota 100 si prevede infatti prevede l’incumulabilitàdella pensione conseguita con questo canale con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui. Tale incumulabilità si applica per il periodo intercorrente tra la data di decorrenza della pensione e la data di maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. Si prevede ancora che i redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa svolta, anche all’estero, successivamente alla decorrenza della pensione e fino alla data di perfezionamento della pensione di vecchiaia prevista nella gestione a carico della quale è stata liquidata la “pensione quota 100”, comportano la sospensione dell’erogazione del trattamento pensionistico nell’anno di produzione dei predetti redditi. L’ipotesi è quella di porre in essere il divieto di cumulo anche in caso di prestazioni occasionali, sembrerebbe nel solo ultimo anno di sperimentazione di quota 100.

FONTE: Ipsoa 8 Ottobre 2019